Arrivati alla playlist numero 5, con “Discovering k-indie” proviamo a tracciare la strada percorsa dall’indie coreano a partire da quelle che sono considerate le sue origini. È un percorso non certamente esaustivo, ma che abbiamo pensato per dare alcuni punti di riferimento che possono essere utili ad orientarsi in un mondo in continua evoluzione.
Un percorso che parte dai veterani del rock fino ad arrivare ai vincitori nelle categorie rock dei Korean Music Awards di quest’anno.
L’onda indie coreana viene fatta iniziare nella seconda metà degli anni ‘90. Dopo il lungo periodo segnato dalle dittature militari, l’interesse per la musica e la cultura popolari crescono e il rock non fa eccezione. Veterani del rock come Shin Joong-hyun (considerato il “Padrino del rock coreano”), i Sanullim o i Deulgukhwa, tornano alla ribalta e godono di una ritrovata attenzione, mentre tra i club di Hongdae, quartiere di Seoul vicino all’università di Hongik, si forma una comunità di giovani band influenzate dallo stile punk rock. I gruppi più famosi di questo periodo sono sicuramente i Crying nut e i No brain, ma tra le più longeve band nate in quegli anni e ancora attive ci sono anche gli Huckleberry Finn.
L’interesse verso la musica indie non si mantiene a lungo, negli stessi anni infatti si sviluppa anche il pop coreano di cui tutti conosciamo il successo. Ma nella seconda metà degli anni 2000 qualcosa cambia. Inaspettatamente nel 2008 “Cheap coffee” di Chang Kiha e della sua band Kiha & The Faces diventa una hit e negli stessi anni band come Broccoli, you too? e 9 and the Numbers ricevono recensioni positive da parte della critica. Chang Kiha insieme ai leader delle due band sono legati ad un’altra area di riferimento dell’indie coreano, Gwanak, distretto anche in questo caso legato ad una università, la Seoul National University. Ad unirli ci sono anche i testi delle loro canzoni, spesso commoventi, riflessivi e introspettivi.
La popolarità però non è appannaggio solo degli artisti e delle band k-pop, anche nella musica indie ci sono casi di band di grande successo, ne sono un esempio i Nell che si sono formati nel 2001 e più di recente Hyukoh e Se So Neon che nel 2018, dopo aver pubblicato il loro primo EP, hanno vinto sia come Best Rookie che come Best Rock Song ai Korean Music Awards.
E proprio con i vincitori dei KMA nelle sezioni “Rock” di quest’anno chiudiamo la nostra playlist e il nostro brevissimo e parzialissimo percorso nell’indie coreano che dagli anni ’70 arriva direttamente ai nostri giorni .
Gli ultimi tre brani in lista sono dei Soumbalgwang (Best Rock Album e Best Rock Song), Wings of the ISANG (Best Modern Rock Album) e Silica Gel (Best Modern Rock Song).
Immagine di testata: Hyukoh