Ne “Il femminismo è per tutti. Una politica appassionata” bell hooks scriveva “È facile per il pubblico eterogeneo che incontro capire che cosa faccio in qualità di critica culturale, capire la mia passione per la scrittura. […] Ma la teoria femminista! È a quel punto che tutti smettono di fare domande. Anzi, di solito cominciano a parlare dei mali del femminismo e delle cattive femministe: “quelle” odiano gli uomini; “quelle” vogliono andare contro natura – e contro dio; sono tutte lesbiche; “quelle” stanno accaparrandosi tutti i lavori e dando del filo da torcere ai maschi bianchi, che non hanno scampo. […]”
Le parole di bell hooks sembrano descrivere perfettamente il sentimento antifemminista sempre più diffuso in Corea del Sud – a Seul soprattutto –, catalizzato e amplificato grazie alla nascita su internet di movimenti e gruppi di giovani uomini, mediamente tra i 20 e i 30 anni.
In questi ultimi giorni i media hanno dedicato particolare attenzione a “Uomo in solidarietà”, gruppo fondato da Bae In-kyu, un trentenne divenuto famoso per i suoi slogan con cui definisce le femministe “un male della società” e il femminismo “una malattia mentale”. Seguito su youtube da circa mezzo milione di utenti, Bae In-kyu è divenuto portavoce del malessere e della frustrazione dei suoi coetanei che si sentono vittima di discriminazione di genere e identificano nelle donne delle rivali nella corsa alla ricerca di un lavoro sicuro e una stabilità economica.
“Volevo che avessero una risposta alla domanda «che cos’è il femminismo?» che non si fondasse sulla paura o sulla fantasia. Volevo che avessero questa semplice definizione da leggere più e più volte per sapere che «il femminismo è un movimento mirato a porre fine al sessismo, allo sfruttamento sessista e all’oppressione». […] Il movimento non è anti-uomini. Dice con chiarezza che il problema è il sessismo.”
Come bell hooks anche noi vogliamo rendere accessibile e comprensibile il significato di femminismo e le sue implicazioni nella società; cercheremo di farlo nel contesto della Corea del Sud attraverso un ciclo di webinar, gratuito e aperto a tutt*, dal titolo “Narrazioni femminili. Riflessioni sulle principali protagoniste dei movimenti operai e femministi in Corea del Sud a partire dagli anni ’80”.
Qui il form per registrarsi ai webinar
Qui l’approfondimento di Choe Sang-Hun sul New York Times
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